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Multigenerazionalità: il super potere che le aziende non sanno di avere

La forza lavoro di oggi abbraccia almeno quattro generazioni: quasi un secolo di evoluzione al servizio di un unico purpose.

Avere Baby Boomers, Gen X, Millennials e Gen Z che lavorano insieme nello stesso team comporta sicuramente delle sfide, poiché sono cambiate le persone, ma anche gli strumenti, le tecnologie, la comunicazione.

Come far interagire persone che provengono da storie così diverse?

La chiave è trovare un terreno comune, salvaguardando la diversità. Questa sarà una delle maggiori sfide che le aziende dovranno affrontare, ma il risultato è inestimabile! 

La chiave è trovare la comprensione reciproca, conoscere il “why” dell’altro – per dirla alla Simon Sinek – poiché quando le persone comprendono le motivazioni degli altri, “aiutano a creare legami comuni tra le generazioni” e a lavorare insieme in modo più efficiente. Inoltre, aiuta gli HR a “personalizzare gli approcci gestionali per ciascuna generazione” (fonte: Dave Ulrich – HR Congress).

Le pratiche quotidiane possono aiutare a colmare i divari generazionali nell’ambiente di lavoro di oggi.

Quali?

1. Linguaggio comune

Le persone di generazioni diverse hanno spesso la sensazione di parlare una lingua straniera quando cercano di comunicare tra loro.

Anche quando parliamo la stessa lingua, non stiamo parlando lo stesso linguaggio, poiché ogni generazione è cresciuta utilizzando modalità di comunicazione diverse. Per questo motivo, i membri di ciascuna generazione possono sentirsi spaesati quando parlano (o scrivono) a membri di un’altra generazione: modi di dire, espressioni idiomatiche e riferimenti culturali diversi sono solo alcune delle componenti.

Con il lavoro da remoto, inoltre, si sono diffusi numerosissimi strumenti tecnologici (Zoom, Slack, Teams, Meet, ecc.), ma il problema è rimasto lo stesso: capirsi davvero. I membri del tuo team si sentono a loro agio nel comunicare tra loro? Si sentono abbastanza sicuri nel comunicare anche problemi, errori, ostacoli?

Fornire ai propri collaboratori degli strumenti per imparare a comprendere i modi di pensare degli altri può essere un dono davvero prezioso (che diventa poi un vantaggio per l’azienda).

2. Mentorship

E’ vero, non vogliamo più sentire la frase “si è sempre fatto così”, ma è innegabile che imparare da chi “ci è già passato” ha un valore inestimabile.

Spesso accade che – a causa dei carichi di lavoro, della non chiarezza dei ruoli e delle responsabilità o del fatto che si è sottostaffati – i neoassunti vengano gettati nella mischia senza il dovuto affiancamento

Un modo per incoraggiare la condivisione delle conoscenze e contemporaneamente supportare l’onboarding dei neoassunti è assegnare a ogni progetto una combinazione di giovani e veterani. È anche un ottimo modo per aiutare i membri del team multigenerazionale a conoscersi e a capire i loro valori, le loro sfide e i loro modi di pensare (vedi punto 1).

3. Buddy

I progetti con team multigenerazionali possono anche essere un modo strategico per incoraggiare il mentoring inverso nei vostri team. I veterani possono avere l’esperienza del settore che manca ai membri più giovani del team (diventando quindi loro mentori), ma i professionisti alle prime armi hanno un’altra serie di competenze ed esperienze altrettanto preziose da trasmettere: uso di tecnologie più moderne, conoscenza delle nuove tendenze, una visione “fresca”, meno automatismi e preconcetti. Avere un/a #buddy, un/a collega con cui confrontarci, condividere conoscenze e visioni, scambiare punti di vista, è un sistema di crescita reciproca e di team building tra i più efficaci. 

4. Formazione  

Investire in corsi di formazione fa bene a tutte le età (e a tutti i settori). 

Dai dati di Gallup emerge che il 61% dei professionisti di oggi considera le opportunità di aggiornamento professionale una delle ragioni più importanti per mantenere la propria posizione. Inoltre, il 71% riferisce di una maggiore soddisfazione sul lavoro quando vengono offerte opportunità di apprendimento sul posto di lavoro. Inoltre, le aziende che danno priorità allo sviluppo professionale attraggono (e soprattutto trattengono) i migliori talenti. 

Si può organizzare formazione con docenti che vengono dall’esterno, oppure dare un budget di formazione a ciascun dipendente, oppure approfittare delle numerose opportunità di formazione finanziata offerte dai fondi di categoria.

La formazione, inoltre, può essere tenuta anche dalle persone dell’organizzazione, che metteranno a disposizione dei colleghi le loro competenze, in uno scambio reciproco. Un modo semplice, ad esempio, è quello di chiedere a chi ha fruito di formazione di riportare gli aspetti principali del corso al resto del team, per rimettere in circolo le nuove conoscenze acquisite e amplificarne l’effetto. Si valorizza così anche il professionista, che si sentirà ulteriormente incentivato e coinvolto.

Superando le differenze e sfruttando la diversità di pensiero, di background e di esperienza che ogni individuo porta con sé, mettendo a disposizione un patrimonio inestimabile di conoscenze, punti di vista e competenze che abbracciano quasi un secolo, andando oltre gli stereotipi, l’ageismo e la resistenza al cambiamento, si favoriscono la creatività, il problem solving, l’innovazione e di conseguenza i profitti.

Tre delle quattro pratiche proposte non richiedono grossi investimenti economici, ma un cambio radicale del modo di operare. Da quale di queste quattro pratiche inizierai?

Vuoi un aiuto nel migliorare il modo in cui le diverse generazioni della tua azienda comunicano e collaborano? Vai qui per scoprire cosa posso fare per te.

Vuoi sapere qualcosa in più della ricerca Gallup? Qui trovi il loro sito